Nel filone paesaggistico, oggetto di un favore senza cedimenti a partire dalla seconda metà del XIX secolo e terreno di coltura ideale per l’affermarsi di una poetica naturalistica, la collezione del Museo Vincenzo Vela consta soprattutto di paesaggisti dell’area piemontese, notevolmente influenzati dalla scuola transalpina, anche se via via sempre più svincolati da rigidi canoni compositivi e aperti al diretto confronto col vero, proposto soprattutto dai pittori lombardi. Un altro aspetto piuttosto costante nei paesaggi in mostra è la presenza umana, atta a far inclinare le scene verso la pittura di genere e a suggerire altri spunti di riflessione, non solo aneddotici.
Il quadro apparteneva a Lorenzo Vela e testimonia della prima maniera del pittore, caratterizzata dall'influsso di esempi nordici ovvero votata a una visione tersa e analitica del paesaggio.
L'autore si divise biograficamente tra Ticino e Lombardia, animato da spirito patriottico nelle vicende risorgimentali. Molto presente nella sua pittura è la lezione di Gaetano Fasanotti, cui anche questo paesaggio allude nel taglio arioso dell'immagine e nell'equilibrato approccio naturalistico al tema.
Quadro notevole per la capacità di sintesi degli elementi, senza nessuna concessione descrittiva.