Le infinite potenzialità di un alfabeto dei sentimenti
Dal 2017, le sale del Museo si prestano, attraverso le loro mediatrici culturali, a un percorso profondo fra le opere conservate, che sia di sollievo ai malati di Alzheimer.
Nell'ambito di un discorso che vede il museo come uno dei luoghi privilegiati ove l'arte si pone al servizio della dimensione patologica dell'essere, in caso specifico del morbo di Alzheimer, il Museo ha avviato nel 2017 una collaborazione con Pro Senectute e diverse case per anziani del territorio. Seminari propedeutici in tema si sono svolti a Firenze, Lecco, Lugano e al Museo stesso, al fine di conoscere i diversi approcci terapeutici al problema.
In concreto, a scadenza settimanale, gruppi di dieci-quindici raggiungono la dimora veliana affiancati da accompagnatori: una breve illustrazione del programma della giornata li accoglie, seguita da una libera passeggiata, a gruppi ristretti, fatta in base ai gusti personali che inducono a sostare davanti a questa o a quella scultura o a un quadro. In un secondo momento, ci si sofferma davanti a un'opera scelta dalle mediatrici del museo e dagli animatori delle case per anziani. Attraverso domande mirate e risposte dei pazienti, trascritte da un «copista» abilitato a farlo, si inventa una storia, che, occorre dirlo, risulta sempre interessantissima. Essa non rispecchia (quasi) mai la realtà-verità storica ed effettuale dell'opera voluta dall'artista, ma ciò, se possibile, è un valore aggiunto. In seguito il mediatore e il «verbalista» riproporranno la narrazione, diventata una vera storia. Essa verrà infine letta dal mediatore o dal trascrittore, e ci ripercorreranno così i vari momenti di essa.
Così ha termine una breve ma intensa avventura dell'anima e dello spirito, della mente e della psiche. Il rimosso prende vita, le acque più o meno profonde dell'essere vengono smosse, e salgono alla superficie il passato, il presente, le emozioni. In tempi in cui si parla spesso proprio di emozioni, un simile tipo di avventura esistenziale è imprescindibile per comprendere realtà del sentire che con queste modalità devono, possono e sanno essere valorizzate, oltre che accudite e amate. Infatti è proprio da queste situazioni talvolta di disagio che l'immaginazione, la fantasia, la verbalizzazione dei sentimenti trovano nuove declinazioni e diventano paradigmi esistenziali cui abbeverarsi.
Contatto
Museo Vincenzo Vela
Largo Vincenzo Vela
6853
Ligornetto
Telefono
+41 58 481 30 44
Fax
+41 58 481 30 43
Informazioni
Telefono
+41 58 481 30 44/40
Servizio di mediazione culturale
Telefono
+41 58 481 30 42