Sabato 4 maggio 2019, ore 16.30 – Omaggio allo scultore Santo Varni (1807-1885), conoscitore e collezionista

Affine a Vela, l’artista genovese Santo Varni fu anche storico, ricercatore e collezionista. La presentazione di un volume a lui dedicato è lo spunto per un incontro e un omaggio, in occasione delle celebrazioni dell’imminente bicentenario veliano. Entrata gratuita.

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Scultore coevo e per diversi aspetti affine a Vincenzo Vela (ad esempio, fu ritrattista di Casa Savoia), il genovese Santo Varni fu anche storico e ricercatore. E pure collezionista: i suoi gusti si riflettono perfettamente nella configurazione della sua casa-museo, a Genova.
L’incontro al Museo, in programma sabato 4 maggio dalle 16.30 alle 18.30, prende spunto dal volume a lui dedicato «Santo Varni: conoscitore, erudito e artista tra Genova e l’Europa», a cura di Laura Damiani, Grégoire Extermann, Raffaella Fontanarossa (ed. Società Economica di Chiavari, Collana Quaderni /2, 2018) per approfondire la caleidoscopica figura di Santo Varni. All’incontro-omaggio, introdotto da Gianna Mina, parteciperanno i curatori del volume oltre a Mauro Natale, professore emerito dell’Università di Ginevra, e a Carla Mazzarelli, professoressa presso l’Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura dell'Accademia di Architettura di Mendrisio.

Nato a Genova nel 1807 da una famiglia di modeste condizioni sociali, Santo Varni compie il suo apprendistato inizialmente presso un argentiere e un intagliatore. Nel 1821 s’iscrive all’Accademia Ligustica di Belle Arti dove frequenta i corsi di Bartolomeo Carrea e di Giuseppe Gaggini. Prosegue la formazione a Firenze sotto la guida di Lorenzo Bartolini e, rientrato a Genova, nel 1838 diventa docente di scultura all’Accademia di cui sarà anche direttore, divenendo il punto di riferimento per generazioni di artisti. Mitigando l’impostazione neoclassica con un tenue naturalismo, realizza opere monumentali soprattutto a Genova e a Torino. La sua opera vanta fra l’altro una quarantina di sculture e cappelle funerarie realizzate per il cimitero monumentale di Staglieno, tra le quali spiccano la Tomba Bracelli Spinola (1864), la Tomba Andrea Tagliacane (1870 circa) e la Tomba De Asarta (1879). Appartengono alla cospicua produzione per la corte sabauda il Busto di Odone di Savoia (1864), il Monumento funebre alla regina Maria Teresa di Savoia (1878) e il Busto di Vittorio Emanuele II (1862). Durante tutta la vita, Santo Varni colleziona ogni genere di oggetto d’arte e di archeologia, dall’antichità classica ai suoi contemporanei. Allestisce una casa-studio-bottega a Genova dove conserva marmi antichi, calchi di gesso, disegni, armi, monete, vasi, miniature e ogni altro oggetto d’arte acquisito durante campagne di scavo e attraverso una rete internazionale di contatti di primo piano. Nel corso della sua lunga carriera riceve numerose onorificenze coronate, nel 1881, con la nomina di Commendatore della Corona d’Italia.

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